domenica 6 luglio 2008

Dian Fossey: una vita dedicata ai gorilla

Da Wikipedia


Dian Fossey (San Francisco, 16 gennaio 1932Ruanda, 27 dicembre 1985) è stata una zoologa statunitense.
Dedicò gran parte della sua vita all'osservazione ed allo studio dei gorilla. La sua attività fu svolta prevalentemente sulle montagne e nelle foreste del Ruanda, ed inizialmente mosse i primi passi sotto la guida del famoso paleontologo Louis Leakey. Il suo lavoro è stato spesso paragonato a quello che fece Jane Goodall studiando gli scimpanzé.


I primi interessi per l'Africa
Dian incominciò ad interessarsi dei gorilla dopo aver letto il libro del famoso zoologo Geroge Schaller. Nel 1963 si finanziò da sola con $8,000 dollari americani il suo primo viaggio in Africa di ben sei settimane. In Tanzania Dian incontrò il dottor Louis Leakey e sua moglie Mary, che esaminavano quell'area alla ricerca di fossili umani. Lavorò per un periodo con loro, prima di partire per lo Zaire dove ebbe i primi contatti con alcuni gorilla. Nel 1966 ci fu la grande svolta, Leakey contattò la Fossey per uno studio urgente sui gorilla e quella fu l'inizio della sua attività stabile in Africa.

Il lavoro sui gorilla
Nel 1967 Dian fondò il Karisoke Research Center, in una remota foresta situata nella provincia del Ruhengeri, in Ruanda per osservare i gorilla. I suoi studi ebbero un tale successo che nel 1970 il National Geographic Magazine inviò un suo fotografo, Bob Campbell per documentare il lavoro della Fossey, facendo diventare la studiosa una delle principali esperte mondiali di gorilla africani. Dian sfruttò tutta quella celebrità per pubblicizzare la causa dei gorilla, pericolosamente minacciati dai bracconieri che mettevano a rischio la sopravvivenza dell'intera specie. Particolarmente famose sono le fotografie nelle quali la Fossey viene toccata da uno dei gorillada lei più amati, il giovane maschio battezzato Digit, proprio a testimoniare il rapporto di cordialità che si era instaurato con quegli animali che ancora oggi sono considerati pericolosi ed aggressivi. Dian intraprese anche delle dure battaglie per salvaguardare sia l'habitat dei gorilla, minacciati dal crescente turismo in quelle zone incontaminate dell'Africa sia i gorilla stessi, minacciati da numerosi zoo europei che pagavano ingenti somme di denaro pur di avere cuccioli ed adulti da esporre nelle loro strutture. Ad ogni modo gli attacchi dei bracconieri continuarono incessantemente, malgrado le azioni, alle volte anche molto decise della studiosa, molti gorilla vennero uccisi, mentre altri furono portati via dalle loro montagne per essere messi in vari zoo del mondo, dove in pochi anni morivano puntualmente. Dian affermò che guardare gli animali in gabbia in uno zoo non era etico, e si appellò alla Comunità Europea per modificare le regole di cattura degli animali. La Fossey scrisse anche un libro, Gorillas in the Mist, che attualmente è considerato uno dei migliori manuali per lo studio teorico delle abitudini dei gorilla.

La morte
Dian Fossey fu brutalmente assassinata la sera del 27 dicembre 1985 nella sua capanna. L'arma del delitto fu una arnese locale, chiamato panga, usato dai bracconieri per uccidere i gorilla una volta caduti in trappola. La Fossey fu ritrovata solo il giorno seguente, oramai priva di vita. Farley Mowat, il biografo della Fossey, ha scritto nel suo libro Woman in the Mists, che con ogni probabilità la morte della studiosa è da attribuire a chi in Ruanda non aveva interesse alla salvaguardia dei gorilla o chi vedeva nella Fossey una minaccia alla crescente e redditizia attività turistica della regione. Ad ogni modo sulla morte di Dian Fossey c'è ancora un fitto mistero, è opinione di Mowat che chi ha colpito a morte la studiosa, doveva conoscere bene la zona dell'accampamento e soprattutto le abitudini della vittima, che non era solita lasciare entrare nessuno e dormiva sempre ben chiusa nella sua capanna e a confermare queste tesi, ci fu l'arresto di tutti i membri del suo staff, accusati di complicità nell'omicidio, che potrebbe avere avuto come mandante anche alte sfere del governo ruandese, mai punite a distanza decenni. Mowat afferma anche che la causa scatenante l'omicidio fu il visto di 3 anni rilasciato alla Fossey qualche settimana prima dell'assassinio. Visto che le garantiva una permanenza lunghissima nel paese. Dopo la sua morte, il nome di Dian Fossey fu usato indebitamente dalle autorità locali per pubblicizzare il settore del turismo locale. Durante il genocidio ruandese del 1994, il campo dove lavorò la Fossey fu completamente distrutto e quelle foreste furono invase da decine di profughi in fuga dalla guerra che procovarono danni irrimediabili all'habitat naturale dei gorilla.

Omaggi a Dian Fossey
Dopo la sua morte, fu creato il Dian Fossey Gorilla Fund International che ha lo scopo di reperire fondi da destinare alla salvaguardia dei primati africani. Inoltre alcuni amici della studiosa, tra cui il dottor Shirley McGreal continuarono la sua opera, collaborando ancora con l'International Primate Protection League (IPPL) che aveva già coinvolto la stessa Fossey. Inoltre, già mesi prima della sua morte Dian Fossey aveva firmato un contratto da un milione di dollari con la Warner Bros. per creare un film intitolato Gorillas in the Mist : the story of Dian Fossey - Gorilla nella nebbia: la storia di Dian Fossey, che fu poi realizzato ed ebbe come protagonista Sigourney Weaver nei panni della Fossey.